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sabato 6 settembre 2008

Più immobili nei 730

FINANZIARIA 2007/ Il dl 157 lascia l'indicazione dell'Ici. Fabbricati e box dichiarati a +5%
Crescono del 5% i fabbricati e le pertinenze (box, solai, cantine) dichiarati nei modelli 730 per il 2007. Dati che hanno indotto il legislatore a eliminare, con l'art. 39 del decreto legge 159/2007 collegato alla Finanziaria per il 2008, l'obbligo di indicare dal prossimo anno i dati catastali dei singoli immobili (particella, foglio, sezione), ma non l'importo dell'Ici da versare per ogni immobile, operativo già dal 2007. Anche se per capire in che misura la norma ha portato l'emersione di immobili sconosciuti al fisco e, quindi, gettito, bisognerà aspettare i dati del secondo acconto Ici di dicembre, epurato dall'eventuale aumento delle aliquote comunali e dall'incremento del patrimonio abitativo. Già sapendo che una parte dell'aumento è dovuta anche allo spacchettamento dei fabbricati.
Italia Oggi - 5 ottobre 2007 - A. Gorret - art. pag. 40

Uno sconto di 77 euro per ogni prima casa.

Tanto vale la nuova detrazione statale sulnuova detrazione statale sull'Ici previsto dal Ddl Finanziaria per il 2008
Uno sconto di 77 euro per ogni prima casa. Tanto vale la nuova detrazione statale sull'Ici previsto dal Ddl Finanziaria per il 2008 ora all'esame della Camera.La cifra emerge dall'analisi delle basi imponibili in ogni città, a cui si applica la detrazione dell'1,33 per mille. Il meccanismo fa crescere lo sconto insieme al valore catastale, per cui il beneficio maggiore tocca ai cittadini romani, che dalla misura spuntano in media 122 euro a testa. Seguono Padova (119 euro per abitazione) e Firenze (117 euro), mentre al capo opposto della classifica chi abita a Crotone si deve accontentare di 19 euro (ma ne paga solo 41 nel 2007). In Trentino Alto Adige, grazie alle generose detrazioni locali, l'Ici sulla prima casa finisce invece nel dimenticatoio. Ma la misura abbatte anche di 2,3 punti l'autonomia tributaria dei Comuni, e per il 2008 molti sindaci progettano rincari sul Fisco locale.di Gianni Trovati

Il mercato immobiliare Italiano secondo Nomisma

Domenica, 20 Luglio 2008

Mentre si parla di tracollo del mercato Immobiliare, sia in termine di transazioni sia in termine di prezzi, in particolare negli Stati Uniti e in Europa soprattutto in Spagna, per l’Italia Nomisma prevede una sostanziale “tenuta”dei prezzi a fronte di una riduzione delle transazioni. In particolare il numero di compravendite di case calerà dalle 845.000 nel 2006 e 806.000 nel 2007 a 726.000 nel 2008.
Nel rapporto di metà anno di Nomisma, emerge soprattutto che le quotazioni non si ridurranno come in Spagna per eccesso di offerta di nuove costruzioni, in quanto nel ciclo immobiliare 1998-2007 il boom delle nuove costruzioni in Italia è stato meno evidente che altrove. Il prezzo degli immobili è inoltre cresciuto in Italia meno rispetto gli altri paesi Europei nel periodo dal 1997 al 2008, cioè del 104%, rispetto al 220% in Irlanda, al 202% nel Regno Unito e al 195% in Spagna. Negli Stati Uniti inoltre c’è in questi mesi un’offerta immobiliare molto grande legata agli immobili messi in vendita dalle banche, i cosiddetti “foreclosures”.
Riassumendo in poche parole, circa un anno fa le banche americane si sono rese conto (o finalmente hanno smesso di ignorare) che molte persone alle quali era stato erogato un mutuo senza richiedere particolari garanzie (i cosiddetti “mutui subprime”) non potevano pagare questo mutuo e sono corse drasticamente ai ripari: hanno alzato all’improvviso e fortemente i tassi dei mutui e smesso di erogarne di nuovi alle precedenti condizioni. Questo ha provocato da una parte la mancanza di liquidità per comprare nuove case (che quindi rimanevano invendute), e dall’altra parte la messa all’asta delle case i cui proprietari non potevano più pagare i mutui. Questo eccesso di offerta è un fenomeno legato agli Stati Uniti che non si è verificato in Italia anche a causa della mancanza o del basso ricorso a strumenti finanziari “sofisticati” come il consolidamento del debito, anch’essi legati al valore degli immobili.
La parte più interessante del rapporto Nomisma prevede quindi per il 2008 una crescita zero dei prezzi, e quindi una riduzione del valore degli immobili pari al tasso di inflazione. Nell’ultimo semestre il prezzo delle case nelle grandi aree urbane è aumentato rispetto alla fine del 2007 del 2,1%, del 3,0% quello degli uffici e del 3,7% quello dei negozi. I prezzi medi annui delle case sono aumentati del 4,2% per le case, il 2,3% per i box e i garage, il 6,2% per i negozi e il 5,8% per gli uffici. A Milano, Bologna, Firenze e Venezia si sono registrati cali dei prezzi delle case nell’ultimo anno, tra il 0,5% e l’1%. Gli sconti richiesti sui prezzi delle case passano dal 10% al 12,2%

Rapporto Nomisma sulla Finanza Immobiliare

Dal Rapporto sulla Finanza Immobiliare di Nomisma presentato a Milano il 12 giugno in occasione del salone Eire è emerso che il 22% delle famiglie italiane hanno in corso un mutuo immobiliare. Di queste, l’89,5% ha un mutuo per la prima casa e l’11,9% su altre case.
L’indebitamento totale delle famiglie italiane e’ pari al 47% del reddito disponibile, mentre quello per il solo mutuo raggiunge il 40% del reddito stesso.
Sempre secondo il Rapporto Nomisma, l'incidenza ‘debito per mutui/PIL’ e’ pari al 18,7%, mentre la media europea e’ del 49%. Ma la crescita media annua di tale rapporto nell’ultimo decennio e’ dell’11,5% in Italia a fronte di una media europea del 3%.
Nel 2007 i mutui per acquisto di immobili ed investimenti in costruzione in Italia ammontavano a 424.000 milioni di Euro, di cui il 53% per acquisto di abitazioni da parte delle famiglie.
Dal 2001 ad oggi le consistenze di mutui per acquisto di abitazioni da parte delle famiglie sono cresciute del 168%, a fronte di un incremento del 132% per il mercato dei mutui nel complesso.Il flusso di erogazioni di mutui per acquisto di abitazioni da parte delle famiglie nel 2001 era pari a 30 miliardi di Euro, mentre nel 2007 ammonta a 62,7 (+108% nel periodo).
Nel 2007 il 60,6% delle compravendite di abitazioni e’ stata supportata dall’accensione di un mutuo ed il 70% dei mutui stipulati nel II semestre hanno una durata superiore ai 15 anni; quasi 3/4 di questi sono stati erogati a condizioni di tasso fisso.

AGI

venerdì 5 settembre 2008

Una città ostaggio del suo passato

di Corrado Augias

La città si divide sul progetto di un parcheggio sotterraneo da 700 auto
di Corrado AugiasAnche se i fatti riguardano la cronaca attuale e il futuro della città, vorrei cominciare ricordando gli antefatti. In antico sul Pincio c´erano vigne così numerose che da quelle prese nome il luogo: collis horticulorum. Poi vennero le ville dei ricchi patrizi romani, tra i quali i Pinci, che dettero nome alla zona. Poi, ai piedi del colle, sorse una cappelletta in seguito trasformata nell´attuale basilica di santa Maria del Popolo. Fu papa Pasquale II (1099-1118) a volerla. Uomo superstizioso, vedeva con preoccupazione il volo di certi corvi su di un noce piantato vicino alla tomba dei Domizi.Il povero papa era convinto che quegli uccellaci neri fossero demoni in attesa della resurrezione di Nerone, identificato con l´anticristo. La cappelletta sorse con il contributo del popolo romano donde il suo nome (santa Maria del popolo) poi passato alla piazza. Alcuni secoli dopo, per volontà di Napoleone (che però a Roma non mise mai piede), il giardino del Pincio venne trasformato in parco pubblico. Poi venne il geniale Giuseppe Valadier (1762-1839) che fondendo miracolosamente il suo prediletto stile neoclassico alla spazialità barocca fece della piazza e della collina del Pincio uno degli scenari urbani più affascinanti d´Europa, il vero salotto di Roma.Pochi cenni sommari per ricordare in che luoghi e con quale carico di memorie, il parcheggio che divide la capitale dovrebbe essere costruito. Si possono dunque capire i dubbi, perfino le ostilità, anche se manifestate a volte con una certa sguaiataggine. Bisogna però aggiungere che, a lavori ultimati, tutto tornerà come prima salvo i due fornici di entrata e di uscita all´altezza della prima curva sulla rampa di destra della collina. Del resto resistenze anche molto forti hanno incontrato altri progetti, non escluse le linee della metropolitana e lo stesso Auditorium, poi diventato uno dei più piacevoli - e frequentati - centri di aggregazione della vita cittadina. Un luogo, mi diceva tempo fa un amico tedesco, dove anche a Roma sembra di stare in Europa.
Scavando per l´Auditorium si ritrovarono i resti di una villa romana; ruotato opportunamente l´asse del progetto, quei ruderi sono stati integrati nella costruzione, accrescendone il prestigio. I precedenti analoghi del resto sono numerosi. Alla fine degli anni Cinquanta si dovettero aprire alcuni varchi nelle venerande mura aureliane per far defluire il traffico automobilistico in aumento. Anche allora polemiche. Oggi, mezzo secolo dopo, solo gli appassionati sanno riconoscere (o distinguono) tra porte originarie e aperture recenti. Tutti sanno che il sottosuolo di Roma è cosparso di resti romani per i quali dovrebbe sempre valere il principio sinteticamente enunciato da Massimo Cacciari: «Se si tratta del solito muretto si sposta o si demolisce; se si trova una domus affrescata si cambia il progetto».Che sotto il piazzale del Pincio ci fossero dei resti, e di quale natura, si sapeva prima di cominciare gli scavi. La sorpresa semmai è stata di trovarli più consistenti di quanto si supponesse. Come insegna il precedente dell´Auditorium, non sono quei resti a creare imbarazzo, le soluzioni essendo solo due. O si ricopre tutto lasciando ai posteri la decisione; o li si ingloba nel progetto rendendo visitabile ciò che per secoli ha riposato nelle viscere della terra. Davvero non si vede dove sia il problema.Che invece, a mio parere, può sorgere per un altro aspetto del progetto partorito dalla giunta Veltroni all´interno di una visione organica: una rete di parcheggi sotterranei al fine di liberare la superficie dalla soffocante, caotica, presenza di auto spesso abbandonate dove capita. I posti macchina nel parcheggio del Pincio sono destinati in primis ai residenti e dovranno consentire di pedonalizzare l´intera zona. Chi prova oggi a camminare per via del Babuino o via di Ripetta sa quali disagi si incontrino; più che disagi spesso una vera e propria impossibilità a procedere non solo da parte, per esempio, di donne con carrozzina o di anziani ma anche di persone nel pieno vigore. Tutto questo dovrebbe sparire, restituendo alla zona una grazia e un fascino da tempo smarriti. Ci si riuscirà? Ricordo che per almeno tre volte si è tentato di proibire la fermata (non la sosta, anche la fermata) delle auto in via del Babuino, registrando altrettante sconfitte. Andrà meglio dopo il parcheggio?
(03 settembre 2008)

Nell'inferno dell'Esquilino tra clandestini, abusi e degrado

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di Massimo Lugli

Dentiere accatastate a terra tra mucchi di immondizia e liquami di cibo avariato. Protesi odontoiatriche, capsule e "ponti", buttati alla rinfusa tra polvere, cenere, mozziconi di sigarette. Un tubo del gas lungo dieci metri contro i tre di lunghezza massima (secondo le direttive dei vigili del fuoco) pericoloso come una bomba a orologeria. Il trapano usato per i lavori più delicati poggiato su un posacenere zeppo di cicche. Una piccola bottega degli orrori quella scoperta dagli agenti di Domenico Condello, dirigente del commissariato Esquilino, in un appartamento di cento metri quadrati affittato da un odontotecnico italiano.Uno squarcio desolante sul lato ombra del quartiere multietnico della capitale con perquisizioni in affittacamere abusivi, soppalchi dove dormivano fino a trenta persone, letti a castello affittati a turno a 200 euro al mese, agenzie di money transfert senza autorizzazione, immigrati clandestini costretti a vivere in condizioni da favela.Bilancio finale: 5 arresti, otto denunce a piede libero, 54 esercizi commerciali controllati, 6 "pensioni" chiuse, quattro appartamenti sequestrati assieme a ben 118 mila euro in contante, 283 persone (quasi tutti cinesi, coreani e bengalesi) controllate. Il tutto nel giro di soli quattro giorni di controlli, un risultato che la dice lunga sul degrado di un rione che sta cercando faticosamente di recuperare e valorizzare i suoi storici luoghi di bellezza e decoro urbano.L´inchiesta è nata dalla scoperta di un esercizio di trasferimento di valuta all´estero in via Petrarca, proprio di fronte al commissariato, dove, una settimana fa, furono sequestrati i primi 83 mila euro. Nessuna autorizzazione: le carte erano "clonate" da un´agenzia legale sull´Appia. Altri 35 mila euro erano nascosti in un negozio, all´interno di alcune scatole da scarpe. L´indagine si è allargata a una serie di appartamenti affittati dai 1.200 ai 1.500 euro al mese e trasformati in dormitori clandestini grazie a una serie di soppalchi in ferro e cemento: pericolosissime strutture che mettono a rischio la stabilità di un intero palazzo. Molto spesso i clienti (quasi tutti clandestini) si davano addirittura il turno per dormire su un letto a castello, con lo spazio di un loculo al Verano.
«Molti appartamenti vengono affittati, con tutte le regole, da proprietari italiani - spiega il vicequestore Condello - l´affittuario, spesso straniero, li trasforma in alberghi o dormitori clandestini senza che il proprietario ne sappia nulla».Ma la scoperta più sconcertante è stata quella del locale di piazza Vittorio affittato da F. A., 60 anni, odontotecnico italiano che riforniva numerosi dentisti romani con tanto di garanzia di igienizzazione delle protesi che uscivano dal suo laboratorio. Tre postazioni di lavoro, in un sudiciume da baraccopoli, nessuna precauzione sanitaria e, nello stesso appartamento, un barbiere abusivo per cinesi (5 euro il taglio, 3 la messa in piega) e un soppalco dove dormivano tre famiglie, cinesi anche loro, con due bambini di 4 e 2 anni. Gli agenti hanno rintracciato anche un dipendente del laboratorio odontoiatrico. Professione: idraulico.«E´ necessaria una verifica più approfondita dei bed and brekfast della capitale - dice il consigliere comunale del PdL e membro della commissione Sicurezza, Federico Mollicone che si è complimentato con gli uomini del commissariato Esquilino - spesso diventano veri e propri nuclei di clandestinità».
(04 settembre 2008)

Viale Libia, il giorno delle auto


Sparita la segnaletica che obbligava a girare su via Somalia dal ponte delle Valli e su via Asmara da piazza Annibaliano, spariti gli spartitraffico di plastica. Da ieri mattina viale Libia, quartiere africano, è aperta alle auto private, non esiste più la strada verde, riservata unicamente al mezzo pubblico, inaugurata nel 1999 dall´allora assessore alla Mobilità Walter Tocci. E già il Pdl del II municipio preme per abolire anche via Nizza, l´ultima strada verde rimasta. Il gruppo del Pd, invece, chiede un consiglio straordinario su viale Libia e contesta «la poca trasparenza» di tutta l´operazione.Le ripercussioni sulla viabilità per il momento non si vedono un gran che, un po´ per il clima da letargo estivo ancora nell´aria, un po´ perché, dopo nove anni, le abitudini sono dure a morire e gli automobilisti girano in automatico invece di andare dritti su viale Libia. Quello che invece si vede chiaramente è il ritorno di sosta selvaggia: furgoni sul marciapiede, auto parcheggiate lungo il budello superstite di strada, quello che rimane da quando è stato aperto il cantiere della metro B1, che verrà smantellato solo nel 2011, con l´attivazione della nuova linea. «E´ una promessa che abbiamo fatto in campagna elettorale - spiega Sara De Angelis, nuovo presidente Pdl del II municipio - Con i cantieri della B1 in tutto il quadrante, il divieto al traffico privato di questa arteria non era più sostenibile. Abbiamo voluto dare una possibilità in più. E poi - continua De Angelis - che senso ha una strada verde se, una volta finita viale Libia, a Corso Trieste i mezzi pubblici sono di nuovo fermi?». «E´ una prospettiva davvero miope - ribatte Paola Mariotti, del comitato Strade Verdi - la strada verde è riuscita a dirottare su via Nomentana e via Salaria una grossa mole di traffico che prima si riversava su viale Libia per raggiungere il centro da nord. Dunque ne ha beneficiato tutto il quartiere. Ora quelle auto torneranno su viale Libia». «E´ bene che la gente sappia che la strada verde non esiste più - dice Mary Bormino, commerciante - ma rimane il problema della sosta, dove vanno a parcheggiare le auto dei clienti?». «Anche se gli automobilisti non possono fermarsi - ribatte Nazareno Bernardini, gestore di un bar - almeno sapranno che esistiamo. E´ una questione di visibilità». «Aspettate che tornino tutti dalle ferie - mette in guardia Sonia Pantoni, residente - e sarà il caos.Andranno a fare acquisti e lasceranno le auto in doppia fila». Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, chiede all´assessore alla Mobilità Marchi di impedire il passaggio dei mezzi privati almeno nell´ultimo tratto di Via Libia, di attivare subito le strisce blu nell´area ed i controlli contro sosta selvaggia.
di Cecilia Gentile
(04 settembre 2008)

Parking al Pincio

i commercianti dicono sì!

Secondo chi lavora nella zona di piazza del Popolo il progetto del parcheggio permetterà di raggiungere più facilmente il centro e di trovare posti auto senza impazzire. In un video i pareri dei commercianti

In attesa della decisione sulla sorte del Pincio, posticipata ancora di una settimana, continua il dibattito sulla realizzazione del parking sotterraneo. Se oltre il 60% dei lettori che hanno partecipato al nostro sondaggio hanno espresso parere negativo, i commercianti della zona intervistati si sono espressi quasi tutti favorevolmente. La maggior parte è convinta che il parking renderà più accessibile il centro: chi arriva in auto potrà comodamente parcheggiare senza impazzire per trovare un posto. Qualcuno rimpiange addirittura i tempi in cui era possibile sostare in piazza del Popolo, quando i clienti erano molti di più. Altri, invece, sono convinti che costruire un nuovo parcheggio renderà il centro finalmente pedonale, liberando dalle auto le traverse di via del Corso e via del Babuino. Nessuno pensa che il progetto danneggerebbe un luogo famoso per la sua storia e la sua bellezza: l'importante è che sia sotterraneo e quindi nascosto agli occhi di cittadini e turisti.Voi cosa ne pensate? Siete favorevoli al parking del Pincio?

(04 settembre 2008)

La fuga dall'Ici invita alla residenza fittizia

Dario Aquaro Federico Simonelli Separazione fittizia, cambio di residenza per uno dei coniugi e l'Ici si azzera anche per la casa al mare, o in montagna. È questa una delle possibilità che i proprietari di seconde residenze in località di villeggiatura sembra abbiano cominciato a sfruttare da quando il decreto legge 93/08 è entrato in vigore, abolendo l'imposta comunale sulla prima abitazione. La segnalazione è partita dal comune di Santa Margherita Ligure, dove l'ufficio anagrafe ha spiegato che il fenomeno, negli ultimi mesi, ha registrato un'espansione massiccia. I protagonisti del raggiro, secondo quanto spiegato ad Apcom da Patrizia Lupino, responsabile dell'anagrafe nel comune del Levante ligure, sarebbero ad esempio donne - più frequentemente - o uomini milanesi e torinesi, che trasferiscono la residenza, ma lasciano i figli iscritti a scuola nella città d'origine. I vantaggi in questo caso sarebbero evidenti: oltre all'eliminazione dell'imposta, anche il parcheggio per i residenti, le bollette del gas e della luce meno care, e via dicendo. Un fenomeno che interessa diverse località turistiche, di pregio e no. E non è forse un caso che a Sabaudia, ad esempio, le pratiche relative alle richieste di trasferimento di residenza siano aumentate del 50% negli ultimi mesi. Ma lo stesso può dirsi di altri Comuni rivieraschi del Lazio, che raccolgono il bacino di grandi città come Roma e Napoli. In montagna, a Cortina d'Ampezzo, non si registrano per ora mutamenti apprezzabili, ma si attendono i prossimi mesi per valutare l'impatto che la nuova legge produrrà sulle domande di residenza in arrivo al Comune. Naturalmente, non è detto che tutte le richieste siano figlie dell'escamotage della separazione ad hoc denunciato dal Comune di Santa Margherita Ligure. E d'altra parte quello delle residenze fittizie è un fenomeno registrato anche negli anni passati, per beneficiare delle detrazioni e delle aliquote più basse per l'abitazione principale. Da Alassio, una delle località di villeggiatura più rinomate del Ponente ligure, fanno sapere che le richieste di residenza sono sempre state molte e molto veloci i tempi di concessione. Solo che adesso sembra che certi "comportamenti" siano incoraggiati dalla nuova legge. È questo l'avviso di Fabio Sturani, sindaco di Ancona e vicepresidente nazionale dell'Anci con delega alla finanza locale: «L'abolizione dell'Ici per la prima casa sicuramente incentiva questo sistema di residenze fittizie, che è sempre esistito ma che ora rischia di incrementare a dismisura». Sturani non nasconde la preoccupazione «per ciò che avranno da perdere i Comuni, ma anche per le maggiori spese di cui dovrà farsi carico lo Stato per sopperire alla conseguente mancanza di fondi». A questo proposito l'Associazione dei Comuni italiani chiede che siano innanzitutto potenziati i controlli e che vada in porto il progetto di federalismo fiscale, così da incidere sulla capacità di far contribuire tutti ed evitare "aggiramenti". Intanto, il progetto di federalismo fiscale fa i conti con l'abolizione della tassa comunale sugli immobili. Ancora ieri dalle file del Carroccio si è levata la voce di chi - Massimo Garavaglia, vicepresidente della commissione Bilancio del Senato - ha dichiarato «che la soluzione migliore era tenere l'Ici e consentire di scaricarla dalle tasse». «Bisognava pensarci un po' prima - commenta Sturani - l'Anci ha sempre espresso le proprie preoccupazioni verso il provvedimento. Tra l'altro, il fondo per sopperire al taglio è ancora sottostimato».

Ai Comuni tasse sulla casa


I Comuni potranno introdurre imposte sugli immobili e le Province su auto e carburanti. Sono alcune delle novità nella nuova bozza di legge sul federalismo fiscale illustrata dal ministro Roberto Calderoli alle Regioni e agli enti locali. Sul testo è aperto il confronto e non mancano le frizioni. Entro settembre il disegno di legge è atteso al varo del Governo.
Immobili. La proposta prevede per i Comuni la possibilità di introdurre imposte sugli immobili e sui relativi trasferimenti di proprietà. I nuovi tributi sostituiranno l’Ici sulla prima abitazione, ormai abolita. Per i Comuni anche tasse di scopo per finanziare le opere pubbliche e promuovere il turismo.
Irpef e Regioni. Per sanità, assistenza e istruzione le Regioni si avvalgono del gettito Irap, imposta destinata a essere sostituita con tributi propri e con la compartecipazione all’Irpef e all’Iva e con aliquote del fondo perequativo previsto dalla riforma.
Risorse a Roma Capitale - La proposta prevede risorse aggiuntive, quote di tributi, e un patrimonio per la città in quanto Capitale. Le città metropolitane saranno sette: Roma, Milano, Firenze, Bologna, Torino, Napoli, Genova. In bilico Venezia e Bari.
Le critiche dei Comuni - Calderoli è soddisfatto degli incontri con le Regioni e gli enti locali. Critico il presidente dell’associazione dei Comuni Anci, Leonardo Domenci: «Ci sono diversi punti da chiarire», dice, con riferimento alle tasse sugli immobili e al tetto alle città metropolitane.

Riscaldamento a basso costo


Temperatura costante nell'ambiente domestico, finestre chiuse in presenza di un condizionatore in funzione e controlli periodici alle apparecchiature. Con una corretto utilizzo degli impianti è possibile risparmiare fino al 20% dei consumi di gas. Il che, tradotto in euro, significa una somma compresa tra i 200 e i 300 euro in meno all'anno. Un risparmio destinato a crescere ulteriormente con i nuovi rincari in bolletta attesi per ottobre.Oltre al modo di utilizzo è poi importante valutare il tipo di impianti che si hanno in casa. Lo scaldabagno elettrico, per esempio, è l'elettrodomestico che consuma di più. Sostituendolo con uno a gas, come consiglia l'Eni, si consumerà quasi la metà dell'energia risparmiando oltre 330 euro all'anno. Inoltre, se si deve sostituire la caldaia a gas, meglio optare per una a condensazione, tecnologicamente più avanzata. In questo modo si risparmierà il 15% di energia pari a oltre 130 euro all'anno, oltre a beneficiare delle agevolazioni fiscali previste per l'installazione di questo tipo di impianto.Il riscaldamento Un atteggiamento diffuso consiste nel tenere aperte le finestre di casa quando sono in funzione l'impianto di riscaldamento o il condizionatore: una scelta che costringe gli impianti a uno sforzo aggiuntivo con, quindi, maggiori consumi. Se si vuole garantire un ricambio di aria in casa, è sufficiente spalancare le finestre per mezz'ora, scegliendo un momento della giornata in cui non sono accesi gli impianti.Inoltre è possibile eliminare gli spifferi d'aria che arrivano dall'esterno utilizzando le finestre a doppio vetro e coibentando le pareti esterne ed i sottotetti: queste semplici mosse consentono di ridurre le dispersioni del 20 per cento. L'investimento per la coibentazione inoltre può far risparmiare fino al 70% della spesa annuale per riscaldare la casa.È importante anche decidere per quante ore si desidera tenere acceso il riscaldamento e rispettare sempre questo orario. Il passaggio continuo dal caldo al freddo obbliga la caldaia a consumare di più. Bastano poche decine di euro per acquistare un termostato, utile a regolare la temperatura interna a 19 gradi nei mesi invernali fissando gli orari di accensione della caldaia esclusivamente nelle ore serali e della mattina. Per un solo grado di temperatura superiore i consumi della caldaia aumenteranno dell'8 per cento. Inoltre abbassare la temperatura durante la notte non solo è più economico, ma fa bene alla salute. In caso di freddo si può sempre aggiungere una coperta.È utile tenere anche presente che mobili e tende posizionati sui termosifoni fanno aumentare la dispersione di calore: meglio toglierli o spostarli, quando è possibile.La verifica dell'impianto La manutenzione ordinaria consente di ridurre notevolmente gli sprechi e di ridurre al minimo le chiamate d'emergenza al personale specializzato (altra fonte di spese non indifferente). Chi ha una caldaia a gas automa, deve assicurarsi che sia in buono stato. Se l'impianto è molto vecchio, è meglio farlo pulire una volta all'anno, mentre se è più recente, la manutenzione va fatta ogni tre o quattro anni. Lo stesso discorso vale per lo scaldabagno.È bene, inoltre, pulire periodicamente la canna fumaria e la caldaia: un'incrostazione di fuliggine di un solo millimetro può provocare perdite di rendimento dell'impianto anche del 10-15 per cento. Un altro consiglio è quello di spurgare l'aria dai termosifoni per tenerli sempre efficienti perché l'aria presente nelle tubazioni si deposita nei radiatori impedendone il pieno riscaldamento e costringendo la caldaia a un lavoro aggiuntivo.In cucina Collocando pentole e padelle su un fornello di dimensione proporzionato al diametro si riducono sensibilmente gli sprechi, senza incidere negativamente sulla qualità della cottura. Coprendo il tegame con un coperchio, la cottura è più rapida per cui si ottiene un risparmio in termini di costi. Tra le varie pentole in commercio, quelle a pressione sono ideali per ridurre gli sprechi. Un altro comportamento utile per quanto non particolarmente decisivo è di spegnere la piastra un po' prima della fine della cottura, in modo da sfruttare il calore residuo.

130 - GLI EURO DI RISPARMIOQuanto si può risparmiare all'anno sulla bolletta sostituendo una normale caldaia a gas con una a condensazione

330 - I NUMERI DELLE BUONE ABITUDINI Gli euro che si possono risparmiare ogni anno sostituendo uno scaldabagno elettrico con uno a gas

19 - LA TEMPERATURAI gradi ottimali che si dovrebbero impostare sul termostato interno di casa per limitare i consumi della caldaia. Per un solo grado di temperatura in più i consumi salgono dell'8 per cento

30 - IN MENOLa percentuale di riduzione di utilizzo di metano se si sceglie di usare una caldaia a condensazione invece di una tradizionale a gas

16 - I GRADILa temperatura da tenere in casa durante le ore notturne per evitare sprechi. Di notte, infatti, è meglio tenere spenta la caldaia

70 - LA RIDUZIONELa percentuale di risparmio sulla spesa annuale per riscaldare la casa se si decide di coibentare le pareti1

5 - IL TEMPOI minuti di lavoro necessari per posizionare fogli isolanti dietro i termosifoni. Costano 2-3 euro a termosifone e fanno risparmiare circa il 15% sul riscaldamento. Una volta applicati, evitano che il calore irradiato dagli elementi sia assorbito dal muro con una dispersione verso l'esterno

2-3 - IL CONTROLLOOgni due o tre anni, durante i mesi estivi, è bene far verificare lo stato delle tubature. Il cattivo isolamento dell'impianto può comportare un'inutile e notevole dispersione del calore prodotto dalla caldaia

il sole 24 ore
di Luigi Dell'Olio
22 Agosto 2008