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venerdì 5 settembre 2008

Nell'inferno dell'Esquilino tra clandestini, abusi e degrado

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di Massimo Lugli

Dentiere accatastate a terra tra mucchi di immondizia e liquami di cibo avariato. Protesi odontoiatriche, capsule e "ponti", buttati alla rinfusa tra polvere, cenere, mozziconi di sigarette. Un tubo del gas lungo dieci metri contro i tre di lunghezza massima (secondo le direttive dei vigili del fuoco) pericoloso come una bomba a orologeria. Il trapano usato per i lavori più delicati poggiato su un posacenere zeppo di cicche. Una piccola bottega degli orrori quella scoperta dagli agenti di Domenico Condello, dirigente del commissariato Esquilino, in un appartamento di cento metri quadrati affittato da un odontotecnico italiano.Uno squarcio desolante sul lato ombra del quartiere multietnico della capitale con perquisizioni in affittacamere abusivi, soppalchi dove dormivano fino a trenta persone, letti a castello affittati a turno a 200 euro al mese, agenzie di money transfert senza autorizzazione, immigrati clandestini costretti a vivere in condizioni da favela.Bilancio finale: 5 arresti, otto denunce a piede libero, 54 esercizi commerciali controllati, 6 "pensioni" chiuse, quattro appartamenti sequestrati assieme a ben 118 mila euro in contante, 283 persone (quasi tutti cinesi, coreani e bengalesi) controllate. Il tutto nel giro di soli quattro giorni di controlli, un risultato che la dice lunga sul degrado di un rione che sta cercando faticosamente di recuperare e valorizzare i suoi storici luoghi di bellezza e decoro urbano.L´inchiesta è nata dalla scoperta di un esercizio di trasferimento di valuta all´estero in via Petrarca, proprio di fronte al commissariato, dove, una settimana fa, furono sequestrati i primi 83 mila euro. Nessuna autorizzazione: le carte erano "clonate" da un´agenzia legale sull´Appia. Altri 35 mila euro erano nascosti in un negozio, all´interno di alcune scatole da scarpe. L´indagine si è allargata a una serie di appartamenti affittati dai 1.200 ai 1.500 euro al mese e trasformati in dormitori clandestini grazie a una serie di soppalchi in ferro e cemento: pericolosissime strutture che mettono a rischio la stabilità di un intero palazzo. Molto spesso i clienti (quasi tutti clandestini) si davano addirittura il turno per dormire su un letto a castello, con lo spazio di un loculo al Verano.
«Molti appartamenti vengono affittati, con tutte le regole, da proprietari italiani - spiega il vicequestore Condello - l´affittuario, spesso straniero, li trasforma in alberghi o dormitori clandestini senza che il proprietario ne sappia nulla».Ma la scoperta più sconcertante è stata quella del locale di piazza Vittorio affittato da F. A., 60 anni, odontotecnico italiano che riforniva numerosi dentisti romani con tanto di garanzia di igienizzazione delle protesi che uscivano dal suo laboratorio. Tre postazioni di lavoro, in un sudiciume da baraccopoli, nessuna precauzione sanitaria e, nello stesso appartamento, un barbiere abusivo per cinesi (5 euro il taglio, 3 la messa in piega) e un soppalco dove dormivano tre famiglie, cinesi anche loro, con due bambini di 4 e 2 anni. Gli agenti hanno rintracciato anche un dipendente del laboratorio odontoiatrico. Professione: idraulico.«E´ necessaria una verifica più approfondita dei bed and brekfast della capitale - dice il consigliere comunale del PdL e membro della commissione Sicurezza, Federico Mollicone che si è complimentato con gli uomini del commissariato Esquilino - spesso diventano veri e propri nuclei di clandestinità».
(04 settembre 2008)

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