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mercoledì 29 aprile 2009

Lavorare insieme, in un unico spazio, veri e propri appartamenti o grandi e piccoli loft, ognuno dietro le proprie attività

di Cristiana Rumori

Il Co-Working è una realtà che si sta diffondendo in tutto il mondo. Nasce dalle esigenze di chi ha bisogno di un collegamento Wi- Fi, una semplice scrivania, uno spazio più isolato per perdersi in conversazioni telefoniche e la possibilità di condividere la propria esperienza di lavoro con gli altri. Molti liberi professionisti avvertono la pesantezza del lavoro da casa dove i contatti umani si riducono a conversazioni telefoniche e via mail, preferendo svolgere il proprio lavoro in luoghi più affollati pur di aumentare le occasioni di interagire con il mondo esterno. Gli stimoli creativi arrivano spesso dal confronto con gli altri e quando questo confronto avviene tra persone che fanno della libera professione il proprio mestiere può accadere che da esso nascano nuovi progetti da sviluppare insieme.
I Co-Work sono essenzialmente dei locali, veri e propri appartamenti o grandi e piccoli loft, con molte postazioni lavoro, i più interessanti non hanno dei divisori tra una scrivania e l’altra ma sono arredati con grandi tavoli dove le persone siedono le une accanto alle altre; c’è uno spazio adibito a cucina, un sala appartata per riunioni e, a seconda dell’idea dei proprietari, vari luoghi per il relax dove la chiacchierata informale e il confronto vengono stimolati; naturalmente un collegamento Wi-Fi, stampante, fax e fotocopiatrice a disposizione.
L’idea di lavorare insieme in un unico spazio, ognuno dietro alle proprie attività, è frutto di un sentore sempre più diffuso, soprattutto tra i creativi, di concepire il lavoro in modo orizzontale ovvero lontano dai concetti gerarchicamente piramidali. Bernie Dekoven, il creatore del CoWorking Institute, www.coworking.com, ha definito il CoWorking l’arte della collaborazione Online o meglio lavorare insieme in modo eguale. Il movimento creato da Bernie è molto di più di una condivisione di spazi, ha a che fare con la collaborazione tra menti creative, capaci di lavorare in modo produttivo ed ugualitario. Nessun tipo di rivalità, nessuna competizione, nessun sgambetto tra colleghi per ricevere le attenzioni del capo, niente raccomandazioni, niente di tutto questo visto che il co-working è l’antitesi del lavoro in azienda. I progetti si sviluppano per affinità, non c’è una decisione dall’alto, anche perché non esiste nessun capo, e la cooperazione ha come prerogativa la meritocrazia, concetto spesso sconosciuto nelle realtà lavorative italiane.
Molti spazi infatti favoriscono la rotazione, non c’è un’assegnazione ben precisa, ogni giorno chi affitta un posto si siede dove capita; anche questo favorisce il movimento fisico e delle menti. Il costo della postazione varia da una cifra giornaliera che parte da $10 ai $100 o una tariffa mensile che si aggira tra i $150 e i $700, naturalmente la differenza è legata alla collocazione dei Co-Work; i più cari sono a New York e a Tokio. Girovagando per la rete si trovano degli spazi creativamente molto stimolanti, il più interessante è a San Francisco e si chiama Hat Factory, http:// hatfactory.net , sul sito il gestore presenta il suo locale con un video molto divertente in grado di trasmettere subito lo spirito creativo che si respira in quel luogo. Nel sito è anche possibile guardare foto e un breve profilo degli altri occupanti del locale per dare la possibilità agli interessati di collocarsi nelle realtà più vicine ai propri interessi. Molti sono, infatti, i Co-Work a tema, dove viene stimolato il confronto tra professioni simili per dare maggiore possibilità di collaborazione. Soprattutto chi fa un lavoro creativo sa bene come l’interazione tra realtà complementari sia spesso una condizione indispensabile per la concretizzazione di progetti. Ma i Co-Work non sono solo utilizzati da individui, spesso le stesse start-up affittano spazi per cominciare le loro attività e ridurre notevolmente i costi di mantenimento di un ufficio.
Diverse sono le motivazioni che spingono i liberi professionisti a vivere la propria giornata lavorativa in simili strutture. Chi viaggia molto per lavoro trova conveniente e comodo affittare questi spazi per tutto il tempo di permanenza in una determinata città, alcuni lo fanno semplicemente per uscire dall’isolamento della propria casa, altri per aumentare le opportunità di lavoro, tutti perché uniti dallo spirito di condivisione che permea l’atmosfera di questi luoghi. Grazie alle nuove tecnologie il lavoro sta cambiando, aumentano in modo esponenziale le persone che decidono di crearsi una propria attività e uscire dalla staticità che il lavoro in grosse aziende spesso comporta. Se prima i costi per intraprendere un business proprio erano proibitivi per molti, ora grazie ai servizi che la rete ci offre e a idee come il CoWorking è molto più alla portata di tutte le tasche. L’importante è avere delle buone intuizioni, molta professionalità e una mente libera dai limiti che una visione verticale del lavoro comporta.