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venerdì 27 novembre 2009

CRISI DUBAI - Nuova fiducia del mercato immobiliare

Se gli islandesi sono tornati a fare la loro attività originaria, cioè la pesca, forse presto gli sceicchi della penisola Arabica torneranno a fare passeggiate nel deserto.

Inizialmente gli analisti (peraltro gli stessi che non avevano intuito questo terribile patatrac) avevano tranquillizzato i mercati internazionali sostenendo che le economie del Golfo erano al sicuro. Addirittura, nella fase iniziale avevano proposto come cura al crack i bond islamici, cosidetti sukuk (che rispettano le regole della Sharia visto che questa non vorrebbe che l’uomo musulmano traesse guadagno da speculazioni) .

A dispetto delle varie previsioni, lo tsunami finanziario ha travolto anche le lontane terre del deserto. Il dato più evidente è quello legato all’andamento, in perfetto stile montagne russe, del greggio. Mentre nei primi mesi dell’anno il prezzo del petrolio aveva raggiunto delle cifre da capogiro (per la gioia dei paesi produttori del greggio) con un picco di 147 $ al barile nel mese di luglio, venerdì scorso a New York il petrolio costava solo 64,15 $ al barile, dopo che l’OPEC aveva reso nota una riduzione della produzione di 1,5 milioni di barili al giorno. Ma non è finita qui.

A Dubai, Sua Altezza lo Sceicco Mohammad Bin RAshid Al Maktoum, Vice presidente, Primo Ministro degli Emirati e Governatore di Dubai non dorme più sonni tranquilli. Dopo averla resa il tempio finanziario del Medio Oriente, una sorta di Wall Street araba, si trova oggi ad affrontare una crisi di liquidità (come la sorella maggiore newyorkese). La Banca Centrale degli emirati è già intervenuta fornendo l'equivalente di 14 miliardi di euro alle banche locali che si trovavano in carenza di liquidità.

Il calo delle borse mondiali e la mancanza di fiducia di fronte ad una recessione mondiale senza precedenti si aggiungono ad un problema ancor più grave che Dubai dovrà affrontare prima o poi: la bolla immobiliare probabilmente alimentata da denari di dubbia provenienza. La Banca Mondiale e UNODC, l’agenzia delle Nazioni Unite contro il crimine e la droga, hanno etichettato l’Emirato come un “Clearing House” del riciclaggio di denaro sporco proveniente dal traffico di droghe provenienti dall’Afganistan (il Sole 24 ore).

A titolo informativo, vi dico che lo Sceicco oltre ad avere in mano le sorti finanziarie del paese è campione di equitazione….forse aveva già capito che prima o poi sarebbe tornato ad utilizzare il cavallo come mezzo di trasporto!!!

In generale ciò che non riesco a comprendere è questa totale incapacità degli analisti di fare previsioni: per la serie, non ne prendono una. Tra l’altro, facendo un po’ di ricostruzione dei fatti, mi sono accorta che la crisi finanziaria in Islanda era attesa almeno da aprile. Forse meglio tornare a leggere l’oroscopo….