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martedì 1 giugno 2010

IMMOBILI: S&P, IN EUROPA IN ARRIVO NUOVA CADUTA DEI PREZZI

(ASCA) - Roma, 1 giu - In Europa la crisi del settore immobiliare non e' ancora finita, lo scrive Standard & Poor's in un rapporto dedicato a questo settore. ''I prezzi degli immobili restano sopra i livelli del 2005, eccezion fatta per l'Irlanda. Una situazione che suggerisce come una piena correzione degli squilibri del settore non sia ancora conclusa. Se e' cosi', allora pensiamo che i prezzi registreranno una seconda caduta quest'anno e all'inizio del 2011'', scrivono gli economisti dell'agenzia di rating.

Il mercato tedesco resta quello piu' sottovalutato, quello francese il piu' sopravvalutato. Quello spagnolo, dove i prezzi degli immobili sono gia' scesi del 16% dai picchi pre-crisi, e' destinato ad una ulteriore correzione, considerando anche, che nel 2010, ''l'economia spagnola restera' in recessione'', spiega il rapporto.

red-men/sam/alf

Immobiliare: al via la vendita della case Enasarco (MF)

MILANO (MF-DJ)--La fase operativa del piano di dismissioni degli immobili Enasarco, in gran parte residenziali, partira' nelle prossime settimane.

Nel frattempo, si legge in un articolo di MF, venerdi' scorso Bnl (Bnp Paribas) e B.Mps si sono aggiudicate la gara europea per l'individuazione degli istituti finanziari che erogheranno i mutui agevolati agli inquilini, mentre Pirelli Re e Bnp Paribas Reim si sono aggiudicate quella per l'individuazione della sgr a cui saranno conferite le unita' immobiliari invendute.

In particolare le due sgr dovranno costituire i fondi che gestiranno gli immobili invenduti, fondi di cui Enasarco, soprattutto all'inizio, rimarra'

Cina, problemi immobiliari più gravi della crisi subprime

01/06/2010 13.30

I problemi del mercato immobiliare in Cina sono più gravi di quelli emersi negli Stati Uniti prima della crisi subprime, perché i rischi di bolla sono raddoppiati dal rischio del malcontento sociale. E' quanto ha indicato un consigliere della Banca Centrale citato dal Financial Times. "Il problema del mercato delle abitazioni in Cina è in effetti molto più importante rispetto a quello del mercato immobiliare negli Usa e nel Regno Unito prima della vostra crisi finanziaria", ha dichiarato Li Daokui, membro del comitato di politica monetaria dell'istituto cinese.

lunedì 31 maggio 2010

ECONOMIA. BANKITALIA: MERCATO IMMOBILIARE VERSO LA STABILIZZAZIONE

(AGO PRESS) Nel primo trimestre del 2010 trovano conferma i segnali di stabilizzazione del mercato immobiliare emersi nello scorcio del 2009. E' quanto emerge dal sondaggio congiunturale presso gli agenti immobiliari sul mercato delle abitazioni in Italia, condotto congiuntamente da Banca d’Italia e Tecnoborsa. Nel primo trimestre del 2010 è proseguito il calo della quota di agenti che segnalano una diminuzione dei prezzi, scesa al 42,6 per cento dal 45,4 rilevato a fine 2009. Nel complesso, il saldo negativo tra le percentuali di risposte “in aumento” e “in diminuzione” si è ulteriormente ridotto (–41 per cento, contro –43,2 nello scorcio del 2009). Le opinioni al ribasso si confermano prevalenti nelle regioni del Sud e del Nord Est, salendo in misura più pronunciata al Centro (ora al 44 per cento). Nei primi mesi dell’anno la quota di operatori che hanno venduto almeno un immobile è salita al 71 per cento, il valore più alto dall’inizio delle rilevazioni nel gennaio 2009. Il numero di case vendute è aumentato di oltre il 12 per cento rispetto al periodo precedente, in linea con i segnali di stabilizzazione già emersi nello scorcio dell’anno secondo le rilevazioni dell’Agenzia del Territorio. Al recupero del numero totale di compravendite effettuate mediante intermediazione nelle aree non urbane del Nord si è contrapposto un calo in quelle urbane del Centro e del Sud.

Ricetta anticrisi? La casa «usa e getta»

MASSIMO GAGGI PER IL CORRIERE DELLA SERA –

Se non siamo alla casa «usa e getta», poco ci manca. Se ne sono accorti per primi gli analisti che non riuscivano a capire come fosse possibile che l’industria delle costruzioni fosse tornata a lavorare a pieno regime in città zeppe di case invendute, dalla California meridionale a Las Vegas, da Phoenix in Arizona all’estremo Nord-Ovest americano di Seattle.

La risposta è semplice quanto scioccante: nessuno vuole andare a vivere in case (quelle abbandonate da proprietari che non riuscivano più a pagare il mutuo) disabitate da tempo, che hanno bisogno di restauri, in quartieri ormai semideserti e, a volte, socialmente degradati. Meglio ripartire da zero: si costruisce su terreni che, dopo la crisi, costano assai meno, si usano tecniche costruttive più economiche, con più attenzione al risparmio energetico. Case che costano meno, nuove, in quartieri nuovi.

E le abitazioni sfitte che ingolfano il mercato immobiliare? Restano invendute e, in casi che vanno facendosi sempre più frequenti, cominciano a essere demolite da banche e assicurazioni che ne sono divenute proprietarie dopo aver cacciato i loro debitori ormai insolventi. In molti casi questi proprietari hanno scoperto che è più conveniente azzerare un valore patrimoniale e assumersi anche i costi di demolizione piuttosto che continuare a spendere soldi per i continui interventi di manutenzione — alberi da potare, giardini da tenere in ordine, superfici esterne di legno da verniciare di frequente— necessari per mantenere la proprietà sul mercato in condizioni presentabili. Con la prospettiva di non riuscire, comunque, a venderla per anni.

E così, da Chicago a Cleveland, in Ohio, le demolizioni di case che ormai hanno un valore minimo e che nessuno vuole sono diventate assai frequenti. Lo Stato col maggior numero di case rase al suolo è il Michigan, alle prese con l’esodo di una parte della popolazione, rimasta senza lavoro per la profondissima crisi del sistema industriale. La città di Detroit ha appena avviato un programma di demolizione di 450 edifici residenziali. Molti ritengono che sia solo l’inizio, visto che nell’area urbana ci sono già 33 mila case sfitte e altre 50 mila stanno per diventarlo, visto che i proprietari hanno fatto default sul mutuo. Intanto città devastate dalla crisi dell’auto come Flint (quella di Roger & Me, il film di Michael Moore sulla prima crisi della General Motors) e Clinton usano i fondi dello «stimolo fiscale», i sostegni all’economia varati da Obama subito dopo il suo insediamento alla Casa Bianca all’inizio del 2009, proprio per fare a pezzi le case ritenute non più abitabili: come possano portare sviluppo ruspe e macchine frantumatrici non è chiaro. Gli amministratori locali dicono che in questo modo si riqualifica il tessuto urbano, si riducono le aree di degrado e si protegge il valore del patrimonio immobiliare esistente.

Marcegaglia: liberalizzazioni mancate continuano a penalizzare il Paese Visualizza altro http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-816242/mar

In manovra norme retroattive e penalizzanti per immobiliare (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 27 mag - "In Italia c'e' bisogno di piu' mercato, ancora poco presente o assente in troppi settori della vita pubblica". Lo ha detto la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, secondo la quale "le liberalizzazioni mancate continuano a penalizzare il Paese. Si manifestano segni sempre piu' preoccupanti di una vera e propria allergia al mercato". In Parlamento c'e' "l'allarmante corsa a ripristinare barriere all'ingresso e tariffe minime per i servizi professionali" e "se Governo e maggioranza persistono in questa marcia indietro sulle liberalizzazioni nel commercio e nelle professioni, noi ci metteremo di traverso e sara' opposizione dura". Secondo Marcegaglia, inoltre, "anche nella manovra del Governo, il fine condivisibile di eliminare disparita' fiscali rischia di tradursi in norme retroattive e penalizzanti, come nel settore immobiliare. La semplificazione - ha concluso - e' rimasta, nel concreto, una promessa". Tri-Gvb (RADIOCOR) 27-05-10 11:17:13 (0107)IMM 5 NNNN

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il mercato immobiliare è un grave problema per l'italia

il mercato immobiliare è un grave problema per l'italia

la crisi degli anni 2008 e 2009 è stata "la più profonda della storia economica recente". il rapporto annuale dell’istat sulla situazione del paese fotografa gli ultimi due anni e individua tre punti di fragilità: "squilibri di entità notevole nel settore finanziario (da dove ha tratto origine), nel settore immobiliare (vedi notizia) e nella bilancia dei pagamenti"

segnali di ripresa nel 2010, ma ancora forti situazioni d'instabilità; potere d'acquisto pro-capite tornato sotto i livelli del 2000; il pil che è sceso ai livelli dell'ultimo trimestre del 2000; le medie imprese che hanno reagito meglio alla crisi, a fronte di tracollo delle piccole. sono questi alcuni degli spunti saltati del"rapporto annuale dell'istat", la situazione del paese nel 2009"

il reddito disponibile delle famiglie in termini reali, dopo essere
aumentato molto lentamente negli anni duemila, è diminuito per due anni consecutivi: il reddito disponibile annuo pro capite è oggi inferiore di circa 360 euro rispetto a quello del 2000. in questo scenario recessivo, tuttavia, il rallentamento dell’inflazione e la discesa dei tassi d’interesse hanno contribuito a rendere meno difficile la quadratura dei bilanci familiari. le famiglie italiane hanno ridotto la propensione al risparmio, che ha raggiunto i livelli minimi dagli anni novanta. e sappiamo bene quanto, per molte famiglie, l'affitto o il mutuo impediscano di poter risparmiare anche un solo euro (vedi notizia)

nel 2009, prosegue il rapporto, "il pil mondiale è diminuito dello 0,6% a parità di potere d’acquisto e del 2% se misurato ai tassi di cambio di mercato. nell’economia reale, la crisi si è concentrata sul settore manifatturiero e sul commercio internazionale: produzione industriale e interscambio si sono contratti rispettivamente dell’8,2 e del 10,6%"

se ti ha interessato questa notizia leggi anche il problema del caro affitto nelle città italiane

previsioni euribor giugno 2010

nelle previsioni per l'euribor di maggio avevamo scritto che il mese si sarebbe chiuso con un indice annuale compreso tra l'1,20 e l'1,30%. a cinque giorni dall'entrata di giugno il valore si è attestato all'1,25%. cosa farà l'euribor adesso?

la cosa certa è che i valori dell'euribor di maggio hanno registrato una lieve ma costante crescita. le ragioni non sono l'incremento del costo del denaro, ancora fermo, ma le tensioni che hanno vissuto i mercati del credito, a causa della crisi greca e del timore di contagio alle altre economie europee. le banche hanno risposto a questi timori con la protezione ad un rischio più alto di fronte a possibili sofferenze

sebbene sia ancora presto per conoscere gli estiti delle manovre economiche che tutti i paesi europei stanno mettendo in atto, il mercato sembra suggerire che i minimi toccati nei mesi scorsi non saranno ripetuti

l'euribor a tre mesi è passto così dallo 0,635% della fine di aprile allo 0,70% attuale. nel mese di giugno continueranno a registrarsi piccoli aumenti. l'euribor a sei mesi si attesta oggi allo 0.99%, mentre a fine aprile era a 0,96%

cionostante con i dati di giugno i cambiamenti sulla rata saranno quasi impercettibili, ma bisogna aspettarsi che nei prossimi mesi saranno costanti e perció una differenza comincerà a sentirsi intorno alla fine dell'anno

il condono c'è ma ha un altro nome

il condono c'è ma ha un altro nome

non si chimerà condono edilizio ma lo sarà di fatto. la manovra che oggi presenterà il ministro tremonti (vedi notizia) non citerà infatti espressamente la parola condono, ma parlerà di "accertamento sulle case non censite". all'accertamento, peraltro già effettuato dall'agenzia del territorio, seguirà la sanatoria per gli immobili fantasma, che saranno tassati con un'imposta di base. con ogni probabilità la sanzione per l'iscrizione dell'immobile sarà ridotta di un terzo

sarà inoltre istituita l'anagrafe patrimoniale degli immobili gestita dall'agenzia del territorio. con la sanatoria sulle case non dichiarate si spera di raccogliere 5 miliardi di euro. sono infatti 2 milioni gli immobili fotografati negli ulti mesi dall'agenzia del territorio (vedi notizia)

articolo visto in la repubblica

impara a negoziare il prezzo della casa

la crisi immobiliare ha fatto in modo che il prezzo della casa torni con forza ad essere negoziato. nonostante non sia mai passata di moda questa pratica, infatti, negli ultimi anni pare sia diventato più un vero aggiustamento del prezzo che una negoziazione
con la crisi immobiliare, infatti, tutti noi sappiamo che se un proprietario mette in vendita casa ha la necessità di venderla, più di quanta ne possiamo avere noi di comprarla


la prima cosa che deve fare l'acquirente è informarsi sulla zona per poter negoziare nelle migliori condizioni e sapere quanto può spendere. conoscere l'anno di costruzione della casa, il prezzo al metro quadrato della zona (che si puo' consultare su idealista.it) e le prestazioni della zona. tutto questo è molto utile nel momento in cui si deve valutare la proposta. se conoscete qualcuno che abbia informazioni di prima mano (previsioni di aperture di centri commercial, metro, comunicazioni o case di nuova costruzioni) consultatelo. conoscere tutta la zona è necessario per poter contrattare rispetto alla proposta del venditore, che ci presenterà tutti i vantaggi della casa

che fanno i venditori e che dobbiamo fare noi?
quando si va a vedere la casa, il venditore farà in modo di accrescere la bontà di casa sua, come è logico. ma non è necessario credergli como fosse oro colato, visto che già abbiamo fatto le nostre indagini per farci un'idea. così possiamo segnalare al venditore che sta soppravvalutando determinati vantaggi. per esempio, il fatto di non avere figli significa che non abbiamo bisogno di avere vicino un asilo, al contrario la sua vicinanza potrebbe esserci molesta

in ogni caso non conviene essere scortese
ovviamente la tecnica non è la stessa se stiamo parlando con un proprietario di casa o con un agente immobiliare. se è un professionista, infatti, gli faremo domande per sapere se è davvero interessato a contrattare con noi. se invece è un proprietario, faremo domande per sapere la sua situazione e perchè vuole vendere casa


tutti sanno che il prezzo di partenza è solo per prendere contatti e che solitamente il venditore dà un prezzo più alto di quanto realmente si aspetti di guadagnare dalla casa, questo perchè sa che il compratore comincerà da subito a chiedere uno sconto


una volta conseguito il primo ribasso del prezzo iniziale, se è chiaro che la casa è vecchia si può tirare in ballo la questione della ristrutturazione e insistere sul fatto che la casa ci piace ma che con quello che costerebbe fare i lavori si avrà bisogno di più denaro di quanto la banca sia disposta a concederci


normalmente le decisioni non si prendono subito. bisogna aspettare che il venditore consulti la famiglia. a partire da questo momento il gioco sarà dettato dall'interesse dell'acquirente e la fretta del venditore. più si spinge, più si possono ottenere maggiori ribassi, ma si corre sempre il rischio di perdere la casa che ci interessa

Da Villa Ada a Villa Giulia: lo Stato offre i suoi gioielli

DISMISSIONI:

ROMA (29 maggio) - Deciso a liberarsi di parte del patrimonio immobiliare (e delle spese che ne derivano), lo Stato offre al Comune di Roma la possibilità di farlo proprio. Il risultato un obbiettivo del federalismo fiscale è che il Campidoglio potrebbe acquisire, tra tanti scampoli, anche alcuni “gioielli” della città: una parte di Villa Savoia a Villa Ada, il museo di Villa Giulia, l’ex caserma “Principe di Piemonte” a Santa Croce in Gerusalemme, l’ex Forte Ardeatino a Grotta Perfetta e centinaia tra terreni e immobili da mettere a frutto. Due le condizioni. La prima è che lo voglia, la seconda che sia in grado di far rendere le nuove proprietà (formulando progetti credibili) togliendo all’Erario pesi che producono uscite ma non entrate.

La lista dei beni trasferibili è stata stilata giorni fa dall’Agenzia del Demanio. A dire il vero non è la prima volta che si parla della possibilità di “dismissioni” che poi, puntualmente, si perdono nel nulla. Ma le difficoltà nel bilancio dello Stato, alle prese con la crisi che investe tutta l’Europa, potrebbero rivelarsi un propellente nel far decollare il piano. L’offerta ovviamente non riguarda solo Roma, bensì tutti i Comuni italiani, perché il federalismo fiscale comporta automaticamente un federalismo demaniale, con il passaggio di beni agli enti locali affinché li gestiscano direttamente.
L’elenco, con centinaia di terreni e fabbricati, è prossimo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Lo Stato naturalmente non vuole dare via tutto. Ma solo gli immobili dai quali evidentemente non riesce a trarre alcun beneficio. I quali, tra manutenzione, ristrutturazioni e tasse, sono solo un costo vivo. Quella che viene offerta al Comune, però, è solamente una facoltà. Il Campidoglio quindi sarà libero di dire cosa gli interessa e cosa no, indicando, in caso affermativo, qual è il progetto per mettere a frutto il bene.

Il “Compendio di Villa Savoia” all’interno di Villa Ada è sicuramente uno dei gioielli della lista. Basti pensare cosa è stato fatto a Villa Borghese (museo, bar, ristorante) in un casino più o meno analogo. Lo sono certamente anche il Museo di Villa Giulia, anche se non si capisce come il Comune potrebbe farne crescere la rendita, l’ex caserma “Principe di Piemonte” in piazza Santa croce in Gerusalemme e l’ex Forte Ardeatino a Grotta Perfetta. Il posto, tanto per dirne una, pare perfetto per un vero ostello della gioventù, molto più accogliente e accattivante di quello oggi al Foro Italico.

Ma nella lista Agenzia del Demanio, Patrimonio disponibile 23A1 c’è di tutto. Il “Ghettarello via Casilina” in piazzale Labicano, la scuola di Meccanica Agraria alle Capannelle, immobili in via Teulada e piazzale Clodio, il campo sportivo “E. Darra” in via Castel San Giorgio a Maccarese, un’area in viale Aventino, terreni in una magnifica area di campagna (la ”Pedica di Malpasso”) in via Collalti sulla Pontina Vecchia.
«Bisognerà studiare le possibilità caso per caso dicono dal Comune e vedere se vi sono concrete possibilità di far rendere i beni mettendo i proventi al benefico della comunità. Per ora siamo in una fase assolutamente preliminare. Ma l’offerta dello Stato può rivelarsi interessante. Non dimentichiamo che si tratta di cose che oggi non rendono nulla e domani invece potrebbero essere trasformate in una risorsa».

di Luca LIppera

Facciamo Come i Ricchi: Investiamo in Immobili

L'investimento immobiliare rimane sempre la strada maestra per costruirsi un patrimonio solido.

Vi siete mai chiesti perché il settore immobiliare resta sempre quello preferito dai ricchi?

I ricchi hanno investimenti diversificati, ma sempre e comunque negli immobili. Certo è importante acquisire esperienza e farsi affiancare da un esperto del settore prima di camminare con le proprie gambe e per guadagnare in totale sicurezza.
E' noto che in qualsiasi momento il settore immobiliare sia quello più premiato dalle banche e questa è una garanzia aggiuntiva, anche per i tempi di crisi.

Impariamo quindi a seguire l'esempio dei ricchi investendo come loro: acquistiamo beni solidi da rivendere, cioè beni attivi.

Ma perchè l'investimento immobiliare è migliore?

1) perché è quello che dà minori rischi;
2) perché è l'unico rispetto ai gioielli, alle auto, ai quadri, ai tappeti di valore che garantisce immediatamente una soddisfazione economica;
3) in caso di necessità ti garantisce una liquidità senza dover ricorrere a ulteriori mezzi e garanzie;
4) se in Italia tutti vogliono possedere una casa la rende di fatto il bene più richiesto e quindi con più mercato;
5) l'immobile è considerato dalle banche come moneta solida;
6) i ricchi lo preferiscono!