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martedì 3 giugno 2008

Le case fantasma non entrano nel Catasto

Saverio Fossati MILANO Tutto tranquillo. Le case fantasma continuano a sorgere popolando le campagne senza pagare dazio: il primo termine per il loro accatastamento è trascorso senza che nessuno se ne accorgesse. Il 10 marzo, infatti, era la scadenza per denunciare i fabbricati non risultanti sulle mappe catastali, contenuti nel primo elenco preparato dall'agenzia del Territorio e pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» del 10 agosto 2007. Certo, era un elenco piccolo, con poche migliaia di «particelle» di terreno individuate con le foto aeree con fabbricati sconosciuti. Mentre il totale stimato si aggira sui due milioni di fabbricati: una situazione che «Il Sole-24 Ore» aveva già ipotizzato, confrontando i dati Istat e catastali, già nel 2003. Ma i primi risultati lasciano qualche perplessità. A una denuncia catastale, infatti, dovrebbe seguire un tentativo di regolarizzazione edilizia con il sistema del «permesso edilizio in sanatoria», che viene rilasciato se l'edificio o l'ampliamento avrebbero comunque avuto il sì del Comune. Solo tre erano i Comuni capoluogo interessati dal primo elenco: Firenze (con 399 particelle), Perugia (con 3.011) e Forlì (con 2.387). Ci si sarebbe aspettato un incremento di queste pratiche. Invece niente. A Forlì l'assessore all'edilizia privata, Gabriele Zelli, conferma che «nessuna istanza è arrivata in più rispetto agli standard abituali a seguito della nouva normativa sull'accatastamento nei mesi di marzo e aprile». A Firenze comunicano che un lieve incremento c'è stato: 88 richieste contro le 56 del bimestre precedente, «ma si tratta di una differenza minima, difficilmente attribuibile a qualche ragione precisa». E anche a Perugia non si registra nessuna impennata di istanze. E dall'agenzia del Territorio, che dovrebbe monitorare la situazione, arriva un prudente no comment in attesa della scadenza dei termini per il secondo elenco, assai più consistente, che avverrà il 26 maggio prossimo. Tutto, insomma, lascia intravedere uno scenario non molto diverso da quello ipotizzato sul Sole 24 Ore del 21 aprile e del 5 e 6 maggio: chi aderisce alla possibilità di accatastare gli immobili fantasma non lo fa volentieri se questi non sono sanabili anche dal punto di vista urbanistico. E dato che questo è possibile solo se la costruzione avrebbe ottenuto comunque il permesso (la sua assenza è stata solo una "dimenticanza" del proprietario), non è difficile ipotizzare che questo tentativo di far emergere l'Italia immobiliare sommersa è destinato a incontrare non poche difficoltà. Infatti, se non risulta ancora nessun incremento nelle pratiche di permesso di costruire in sanatoria, vuol dire che si è accatastato solo ciò che era già lecito: piccole costruzioni rurali o case già regolari sotto il profilo urbanistico ma non denunciate in Catasto. Ma il resto, cioé gli abusi edilizi, resta sottotraccia. E continua a restare anche esentasse, dato che senza attribuzione di rendita catastale è difficile che gli immobili vengano dichiarati su Unico o nel 730. Quanto agli altri elenchi, sono stati pubblicati sulla «Gazzetta Ufficiale» del 26 ottobre 2007 (il termine per accatastarsi è il 26 maggio 2008), il 7 dicembre 2007 e il 28 dicembre 2007, per cui i termini scadranno rispettivamente il 7 luglio e il 28 luglio 2008. Gli effetti fiscali delle rendite attribuite, decorrono comunque dal 1° gennaio dell'anno successivo alla costruzione, ovvero mancando tale data, dal 1° gennaio 2007. In caso di mancato adempimento, per entrambe le tipologie di immobili, sarà l'agenzia del Territorio a censirli, addebitandone i costi (almeno 300-500 euro a unità immobiliare) ai proprietari, oltre alle sanzioni (dal minimo di 258 al massimo di 2.066 euro per unità). Ma come farà l'Agenzia, con le sue forze, a "surrogare" centinaia di migliaia di situazioni? Lo strumento sarà, con ogni probabilità, l'affidamento in concessione ai professionisti delle pratiche, ispezioni sul posto comprese.L'inchiestaIl Sole 24 Ore di lunedì 5 maggio è tornato a esaminare il problema delle case «fantasma»: il mancato gettito fiscale relativo a questi immobili (almeno due milioni di costruzioni individuate dal Territorio) e di circa 1,4 miliardi all'anno
Mercoledí 07 Maggio 2008

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