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martedì 9 settembre 2008

Berlusconi: l'Ici non tornerà

Federalismo. Il premier: basta menzogne, la casa è un bene primario, non ci sarà nessun'altra imposizione

Roberto Turno ROMA Chi vaticina il ritorno dell'Ici sulla prima casa dice solo «menzogne». Parola di premier: «La casa è un bene primario per ogni famiglia italiana: abbiamo tolto l'Ici e non ci sarà nessun'altra imposizione. È il festival della menzogna». Sale la tensione sul federalismo fiscale e a cercare di spazzare via definitivamente nubi, polemiche e interpretazioni più o meno maliziose, è stato ieri Silvio Berlusconi. Un intervento arrivato in serata, quello del premier, nel corso di una giornata spesa da ministri e rappresentanti della maggioranza a fare quadrato e a respingere al mittente le accuse piovute questi giorni dopo la divulgazione della "seconda bozza" del Ddl messo a punto dal ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli: col federalismo fiscale, giurano ancora Pdl e Lega Nord, non ci sarà mai e poi mai alcun ritorno a una "patrimoniale" sulla prima abitazione. Sono solo propaganda e maliziose interpretazioni dell'opposizione, è la parola d'ordine che fa circolare il centro-destra. La strada è solo quella dell'unificazione della tassazione degli immobili, e comunque di una riduzione del numero delle tasse. Lo stesso Calderoli in mattinata aveva ruvidamente ribattuto a chi, anche nella maggioranza, ha interpretato altrimenti i possibili effetti del testo ancora provvisorio divulgato giovedì: «Piuttosto che rimettere l'Ici e qualunque tassa in più – ha dichiarato l'autore delle prime bozze della riforma in cantiere – sono disposto a bruciarmi davanti al Quirinale». Non senza aggiungere – replicando a Italo Bocchino (An, vice capogruppo vicario del Pdl alla Camera) che aveva sottolineato la necessità politica di evitare che la riforma «sia solo una bandiera della Lega» – che «il federalismo è di tutti» e che semmai la Lega avrebbe preferito il "modello Lombardia", invece ormai accantonato: «L'unica cosa che io e la Lega non accettiamo – ha detto polemicamente Calderoli – è che su temi tanto delicati ci possa essere qualcuno che si è preso un mese e mezzo di ferie. Noi invece abbiamo lavorato duro tutta l'estate». Ici, punto e basta, insomma. Resta il fatto che c'è in gioco l'autonomia impositiva per i Comuni, e per farcela si batteranno altre strade. Una, in particolare, ha ribadito il ministro sulla falsariga di quanto già aveva fatto filtrare da Umberto Bossi nei giorni scorsi: la «service tax» per i servizi resi dagli enti locali, prevedibilmente in un combinato disposto con le tasse di scopo già previste nel testo fin qui elaborato per opere pubbliche, turismo, mobilità urbana. Ormai a ridosso delle fasi finali del confronto politico e di quello istituzionale con Regioni ed enti locali, cresce la fibrillazione per la messa a punto finale del Ddl delega di attuazione del federalismo fiscale che sarà collegato alla Finanziaria 2009 e che, nelle intenzioni del Governo, il Parlamento voterà definitivamente entro fine anno. I tempi per il varo in Consiglio dei ministri, sono ormai strettissimi. E a Palazzo Chigi in queste ore è stato fissato un preciso timing di avvicinamento, a partire dalla novità del vertice di Berlusconi e Tremonti, anzitutto, con Calderoli ma anche con altri ministri direttamente coinvolti in questi mesi, a partire da Raffaele Fitto, ma non solo. L'appuntamento è previsto tra martedì sera e mercoledì e da quell'incontro dovrebbe scaturire la proposta finale (o quasi) del Governo, con le attesissime valutazioni del ministero dell'Economia, che finora ha preferito ritagliarsi un ruolo solo apparentemente defilato. Dopo il vertice a Palazzo Chigi, giovedì ci sarà poi l'incontro di Calderoli con le Regioni e, in linea teorica, se tutte le tessere coincideranno, già il giorno dopo il Consiglio dei ministri potrebbe addirittura avviare l'esame preliminare della delega. Con l'obiettivo più ambizioso, dopo la Conferenza unificata di giovedì 18 con le Regioni e gli enti locali, di licenziare definitivamente il testo per il Parlamento con la Finanziaria per venerdì 19 settembre. Non mancano le incognite, è chiaro. Regioni e Comuni hanno ancora più di un dubbio, ma per il momento preferiscono tenersi alla larga dalle polemiche e lavorare sotto traccia. Per non dire della necessaria "bollinatura" del testo da parte di Tremonti. La stessa Confindustria ieri ha messo in guardia: «Chiediamo un impegno molto forte a non aumentare la spesa pubblica e la pressione fiscale – ha spiegato a Cernobbio il presidente Emma Marcegaglia –. Si dovrà scegliere con chiarezza quali tasse vanno a quali enti locali». Cruciale, spiega poi Confindustria, è che «tornino allo Stato» le competenze su alcune materie come le infrastrutture legate all'energia.

Domenica 07 Settembre 2008


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